27 luglio 1863 - 30 marzo1930
La prefazione di questo libro, destinato a ricordare l’opera e la fede di Ulderico Midossi, doveva essere dettata dall’illustre uomo Paolo Boselli, del caro Estinto amico carissimo. Ma una tenace e noiosa indisposizione gli ha impedito di rispondere al desiderio espressogli, che si era convertito in desiderio suo.
La lettera però, con la quale egli esprime il suo rammarico per il contrattempo, è di per sé stessa una efficace prefazione. La riportiamo per intero:
Roma, 2 gennaio 1931 – IX.
L’influenza che dal 23 dicembre mi tiene chiuso in casa e tratto, tratto in letto, è tornata con una terza febbre. Purtroppo non sono in grado di rispondere al desiderio, desiderio dell’animo mio.
Ma il libro tutto dirà meglio di ogni prefazione i meriti di una vita dedicata al pubblico incremento dal fervente Cittadino, dal sincero Italiano.
Quando, or sono quasi tre lustri, conobbi ad un tempo Civita Castellana e Ulderico Midossi nella sua adorata città, subito intesi com’Egli per passione e per opera formasse colla insigne città un’anima ed una vita sola.
Egli esaltava Civita Castellana nella storia, l’ammirava con genialità ardente nei suoi monumenti, ma l’auspicava, nella bellezza dei suoi aspetti e nella fecondità dei suoi campi; e sentiva il fremito del suo avvenire, nei vagheggiati e affrettati propositi intesi a renderla degnamente e prosperamente felice. Onde adoperavasi a preparare i nuovi tempi nella scuola che illumina e addestra e nel rifiorire delle industrie, cui la profonda ed eletta tradizione serba vanto e dona prontezza.
Egli amava l’arte con intelletto e gli avanzamenti della vita civile, con pensiero studioso ed animoso.
Fu uno di quegli uomini che guardano soprattutto al compimento dell’opera, che ravvisano e sentono buona e comunemente giovevole: uomini i cui meriti suggella il tempo, e verso i quali la pubblica gratitudine non fallisce perché la vita che si vive nell’oggi è fatta di luci e di ombre, di consensi e di dissensi, ma quella che si svolge nel domani è libera di ogni veste che non sia quella della verità.
Ciò avrei dovuto dire, ma ripeto, il libro parlerà da sé e i fatti in esso raccolti provano assai meglio della parola.
del Suo Obb.
PAOLO BOSELLI.
Ulderico Midossi nacque in Civita Castellana il 27 luglio 1863 da Girolamo e da Maria Valori, appartenenti a nobile ed antica stirpe. Crebbe al culto della famiglia, affidato alle cure più assidue e più affettuose della madre. Nella scuola primeggiò in mezzo ai compagni per la vivacità dell’ingegno e per il carattere buono, sincero, espansivo.
Formò così, fin dai primi anni della sua vita, la gioia dei genitori, l’orgoglio dei maestri, l’esempio degli scolari.
Compiute le scuole secondarie, spinto da un prepotente e fervido desiderio di imparare, frequentò l’Ateneo di Roma, dove superò brillantemente le difficoltà delle discipline giuridiche e conseguì in breve la laurea di notaio e di avvocato.
Tornò allora nella sua Civita Castellana, e profuse tra i suoi concittadini i tesori della sua mente luminosa e del suo cuore nobile, ardente e generoso.
E’ impossibile descrivere qui tutto il bene da lui operato: egli divenne il padre ed il benefattore di Civita Castellana. Nessuno ricorse a lui, e ne tornò senza consiglio, senza aiuto.
Nato per le grandi opere, animato da spirito fecondo di bene, dotato di coscienza retta e di cuore sensibile alle altrui necessità, si guadagnò la più grande benevolenza di tutta la popolazione, che lo volle Sindaco.
E tutto preso dai doveri impostigli dalla qualità di amministratore della cosa pubblica, si dedicò con amore e fede alla ricostruzione economica del suo Comune. Ed abbellì Civita Castellana, e ne propugnò il maggior decoro. A lui si deve la ferrovia elettrica Roma Nord, a lui il magnifico edificio scolastico, a lui la Scuola professionale, che volle e difese strenuamente per il miglioramento delle locali maestranze dell’arte ceramica.
Le superiori autorità e gerarchie lo tennero sempre in gran conto, e gli diedero tangibili prove della loro alta considerazione, insignendolo delle più ambite decorazioni: ebbe anche la croce di Grande Ufficiale della Corona d’Italia.
Disimpegnò con intelletto d’amore molte cariche onorifiche: fu Vice-pretore, Ispettore dei monumenti del Lazio, Presidente del Consiglio notarile di Viterbo.
Secondò sempre con speciale predilezione tutte le iniziative di carattere educativo e sportivo, seguendo così con intuito fine e fattivo le direttive del Regime. E le incoraggiò con il suo autorevole consiglio e con molteplici aiuti finanziari. Istituì la “Coppa Midossi”, che fu per molti anni oggetto di gara fra le Associazioni sportive del Lazio e dell’Urbe.
Né trascurò l’arte. Sognò l’istituzione di un museo etrusco, e non potendo veder realizzato questo suo desiderio vivissimo, cercò di raccogliere quadri pregevoli, che volle donare al Municipio, perché patrocinasse la formazione di una pinacoteca.
E fu ardente patriota, sinceramente devoto alla Casa Sabauda: aveva una venerazione profonda per le gerarchie supreme, e nulla trascurò per dare alla causa fascista l’impulso della sua anima grande e nobilissima. Sicuro di seguire le direttive del Regime, scrisse nel testamento: “Voglio che le rendite siano destinate principalmente per contribuire all’assistenza della maternità e dell’infanzia, ed all’istituzione della refezione scolastica e dei dopo scuola”.
Fu sempre di carattere socievole, animato da sensi di sincera e fedele amicizia; scrupoloso nell’adempimento dei doveri della più generosa ospitalità. Basta ricordare il seguente telegramma che S. E. Boselli gli spedì il 2 ottobre 1916:
“Coi più cordiali sensi sono gratissimo alla sua cordialità e cortesia. Le sue amabilissime accoglienze mi resero prontamente quasi concittadino di Civita Castellana. Fu breve soggiorno, ma rimarrà sempre vivo ricordo nell’animo mio delle sue gentilezze e di cotesta Città dove ammirai insigni monumenti.
BOSELLI”.
E l’altro telegramma del 2 ottobre del 1917:
“Gratissimo alla ospitale cortesia così finemente squisita e cordiale, ringrazio vivamente con tutto l’animo lei e suo fratello, salutando in lei il cittadino che degnamente sente le glorie della sua città promuovendone validamente ogni moderno progresso. Ringrazio a nome di quanti ieri godemmo della loro amabilità.
BOSELLI”.
Lo stesso gli scrisse il 3 gennaio 1921 da Roma:
“Egregio Commendatore.
Furono quelle, ore di letizia care e memorabili mercè la cortesia che mi accolse. Sempre torna al mio pensiero l’amabilità sua. Mando auguri e cordiali saluti a Lei, a suo fratello, a coloro che costì si ricordano di me
Aff.
P. BOSELLI”.
Anche i Senatori On. Tittoni, On. Cencelli, On. Sili, e Deputati insigni ed illustri personaggi lo ebbero in gran conto e lo onorarono della loro amicizia. Chè il Comm. Midossi aveva un cuore grande, sensibile a tutte le opere buone, incapace di nutrire sentimenti ostili o di rancore.
Il suo amico Attilio Bonanni, professore alla R. Università di Roma, seppe ed amò nel caro Estinto “la elevata nobiltà della mente, la squisitezza dell’anima, la coscienziosa indefessa operosità civile, la dedizione ad ogni ideale di umana giustizia”.
Ed il dottor Vittorio Rainaldi scrisse di lui:
“Ero medico chirurgo comprimario di Civita Castellana, e, nella consuetudine della vita di ogni giorno, mi ero legato di una simpatica calda amicizia con Ulderico Midossi.
Una triste notte fui chiamato di urgenza al capezzale della venerata Madre sua: accorsi, ma la Nobil Donna era già spirata! Disparve in me il medico e rimase l’amico: mi accostai senza dir verbo; e, carezzata la fronte della defunta, abbracciai il figliuolo che lacrimava disfatto: poi, con gesto quasi inconsapevole, tolsi dal dito della Madre morta la fede d’oro che vi brillava, e la posi nel dito di Lui. Quell’anello divenne per Ulderico Midossi un talismano, una reliquia che Egli portò finché visse, e quel mio gesto, suggellando la nostra schietta amicizia, la strinse da quel momento in un vincolo più che fraterno.
Ulderico Midossi ebbe un unico amore di cui fece l’austera religione di tutta la sua vita: l’amore per la sua terra natale! E a cotesta sua terra natale egli dié sempre tutto sé stesso, con dedizione piena di innamorato!
Laureato in Giurisprudenza iniziò brillantemente la sua carriera nel Foro di Roma, conquistandosi la stima dei colleghi (che ancor oggi lo ricordano, rimpiangendone la fine immatura) e la reputazione di uomini eminenti nelle scienze giuridiche e in altri rami dell’umano sapere; ma per la nostalgia della sua Città, non appena gli si presentò l’occasione, essendo diplomato Notaio, concorse ed ebbe la Piazza di Civita Castellana, ove aprì Studio, riprendendovi così fissa dimora.
Da allora egli fu tutto pel suo Paese: ne visse la vita, ne sentì tutti i palpiti mettendovi all’unisono i palpiti del suo cuore generoso.
Eletto Sindaco, dal prestigio e dall’autorità che l’esercizio della prima magistratura cittadina più dava al suo nome, trasse maggior tenacia e più intenso ardore nel perseguire e realizzare tutto che potesse costituire titolo di novo lustro e di nuovo decoro per Civita Castellana.
E nella espressione ultima della sua volontà volle offrire, col suo Testamento, una prova palmare di tanta esuberanza di amore, non dimenticando neppure una delle molteplici, benefiche Istituzioni che onorano Civita Castellana, quasi che Egli abbia voluto in tal modo mostrarsi vero figlio della sua Città Madre e vero fratello di tutti i suoi Concittadini.
Sintetizzando si può bene affermare che Ulderico Midossi ebbe intelletto pronto e vivace, coscienza proba e diritta, cuor grande e generoso!
Così lo conobbi e lo amai: così lo ricordo e lo piango!
Roma, aprile 1930, VIII.
Dottor VITTORIO RAINALDI”.
L’ing. Ettore Angelelli recò un doveroso tributo all’amicizia che lo legava al Comm. Midossi, scrivendo di lui:
“Conobbi Ulderico Midossi nel 1902, quando spiegavo tutta la mia attività per la realizzazione di un mio studio: la Tramvia elettrica Roma-Civita Castellana, studio che seguivo da molti anni.
Ulderico Midossi allora Sindaco di Civita Castellana, comprese la grande importanza della proposta comunicazione, che avrebbe portato immenso beneficio alla sua cara ed amata città, si mise al mio fianco per superare le molteplici difficoltà che accompagnano sempre le nobili e benefiche iniziative.
Il mio studio era audace, allora nuovo; molti increduli ed invidiosi minavano i nostri sforzi, ma Ulderico calmo, autorevole, benemerito amministratore, amato da tutti per la sua rettitudine, per il suo disinteressamento, per il proprio sacrificio a fine altruistico, poté presto condurre le Autorità al più benevolo esame del nostro progetto. Nel Consiglio Provinciale Egli contava numerosi amici già suoi compagni di scuola, così alla Camera dei Deputati, nelle alte gerarchie della Pubblica Amministrazione.
Di facile parola, forbita, concettosa, persuasiva, Egli poteva ottenere con semplicità di mezzi e di argomentazioni il suo intento. Egli sorrideva agl’immancabili nemici. Nella lotta prendeva maggiore impulso riuscendo sempre, dimenticando e beneficando i suoi avversari.
Non è ora, per la gentile richiesta di notizie fattami da un suo illustre amico, Bernardino Belloni, che mi si dà occasione di parlare del povero nostro amico: ho sempre riconosciuto il suo valore di cittadino onesto e virtuoso. Accennavo alle di Lui benemerenze pubblicamente in un articolo che scrissi su la Via Flaminia comparso nel fascicolo XI del “Capitolium”.
Fatto comune nella vita degli uomini che si espongono per il pubblico bene, Ulderico Midossi non ebbe dalla popolazione che amava la dovuta gratitudine. Negli ultimi anni un malinteso atteggiamento politico lo costrinse a vivere un po’ appartato, meditando in solitudine sugli avvenimenti d’Italia, orgoglioso di sapere che questi conducevano alla più grande gloria della Patria.
Fu fervente patriota. In ogni occasione la Patria era il suo ideale, il suo pensiero costante, affettuoso. E poi Civita Castellana.
Lo condussi una volta con me nel Belgio per la conclusione dei lavori della Tramvia, e là ricevemmo infinite accoglienze dai Banchieri che assunsero la concessione. A cose fatte, ad un banchetto offertoci, non mancarono naturalmente i discorsi.
Ulderico, commosso per l’avvenimento, per il migliore avvenire della sua città, per il risultato ottenuto dalle sue premure, con facile e gentile parola, inneggiò alla grandezza d’Italia, ai buoni rapporti fra i due popoli (vedi destino!!!) invitando i presenti a venire a Civita Castellana per ammirarne le ricchezze storiche e le moderne industrie che formano il vanto della pittoresca città. Vennero infatti a Civita molti amici Belgi, ospiti di Ulderico Midossi, superbo, vinto dall’onore di aver mostrato quanto aveva detto: una piccola città fiorente, ospitale, di una popolazione laboriosa di cui per tanti anni fu Padre affettuoso. Nessun altra soddisfazione avrebbe potuto meglio lusingare il Suo amore di figlio devoto.
Roma, gennaio 1931 – IX.
E. ANGELELLI”.
Ed Erminio Mariani, consigliere commerciale presso l’Ambasciata Italiana di Madrid, anch’egli intimo amico del Midossi, scrisse di lui:
“Per me Ulderico Midossi è stato prima un padre e poi un fratello, più che un amico. Le prime sensazioni della vita e del lavoro mi hanno indotto ad osservarlo e seguirlo quale cittadino. Laborioso, onesto, intelligente egli applicava tutto se stesso alla ricerca del bene altrui.
Indi ho voluto approfondirlo quale uomo. Diritto di coscienza come una spada, indipendente nell’azione e nel giudizio, egli non dimenticava mai nella sua opera diuturna che la vita non va considerata come una festa per pochi ed una pena per molti, ma per tutti un impiego di cui presto o tardi dobbiamo rendere conto. Non gli mancarono amarezze, anzi ne subì atrocissime. Soffrì soprattutto le amarezze che gli provenivano da persone che egli amava ed aveva beneficato. Non volle mai vendicarsi ed in ispecie quando poteva. Il dolore di una cattiva azione sofferta, lo
allontanava, invece di spingerlo alla lotta”.
Tale fu sempre Ulderico Midossi.
Dopo una vita trascorsa tutta in opere di bene, animato sempre da un ardente desiderio e da un bisogno imperioso di rendersi utile a quanti a lui ricorrevano, a soli sessantasei anni, colto da improvviso malore, il 30 marzo 1930, alle ore 22, rese la sua bell’anima a Dio.
La Salma, composta sul letto di morte, coperta di fiori, venne esposta per due interi giorni. E tutta Civita Castellana, senza distinzione di sorta, rese all’Estinto il commosso tributo di preci e di lagrime.
E fu un giorno di lutto cittadino; il rimpianto fu unanime.
La famiglia pubblicò il seguente manifesto:
Ieri, alle ore 22, improvvisamente cessava di vivere il N. U. Avv. Ulderico Midossi Grand’Ufficiale della corona d’Italia, Presidente del Consiglio Notarile di Viterbo.
Il fratello Dott. Pietro, i parenti, i famigliari, con l’animo affranto dal dolore, ne danno il triste annunzio.
Civita Castellana 31 Marzo 1930.
Le esequie avranno luogo domani 1° Aprile, alle ore 10, nella Chiesa Cattedrale.
Il trasporto al Cimitero alle ore 17.
La presente serva di partecipazione.
Fu sempre pensiero dell’estinto che in onore dei defunti si facessero opere di beneficenza, anziché inviare fiori.
Ed il Podestà fece affiggere anch’egli questo nobilissimo manifesto:
Cittadini!
ieri a sera alle ore 22, colpito da improvviso malore, cessava di vivere il Grande Uff. Avv. Ulderico Midossi Valori.
Civita Castellana è in lutto. Il caro Estinto era uno dei suoi figli prediletti: mente elevata, cuore sensibile ad ogni bisogno dei propri concittadini, promotore ed animatore di ogni azione di bene per la sua terra, di cui era sinceramente innamorato, amministratore integro della cosa pubblica, professionista ricercato.
La perdita è grande, e grande è il nostro dolore.
Nella tomba eterna lo seguono l’affetto di tutti ed il rimpianto generale. Lo spirito di lui veglierà sui futuri destini di Civita Castellana.
Dalla residenza municipale 31 Marzo 1930 – A. VIII.
Il Podestà
Ing. U. FINESI.
E commoventi parole pubblicarono la Società dei Veliti, la Società dei giovani cacciatori, la Dante Alighieri.
I funerali riuscirono veramente imponenti. La Cattedrale era parata a lutto. Alla Messa di requiem cantata dai cantori della Cappella locale, intervenne il Capitolo, il Seminario, le Confraternite, gl’Istituti, tutte le Autorità cittadine, le Associazioni, le Scuole, la cittadinanza intera.
Il trasporto della Salma al Cimitero ebbe luogo nel pomeriggio. Vi partecipò un imponentissimo corteo, che snodò fra due fitte ali di popolo commosso. Il dolore traluceva dal viso di ognuno; molti piangevano per sincero rimpianto.
Per obbedire alla volontà più volte manifestata dal caro Estinto, non furono inviati fiori. Gli amici erogarono invece somme a scopo di beneficenza; e così il Circolo di Ricreazione, di cui il Midossi era Presidente onorario, diede mille lire; il Conte Cesare Ferodi offrì lire duecento; e duecento lire ognuno diedero il dottor Vincenzo Ferretti, il dottor Piancastelli, il dottor Mochi, Mons. Jasone, il Comm. Erminio Mariani, Mons. Felice Conti; la Società dei giovani cacciatori lire cinquanta, la Società dei tranvieri duecentocinquanta, il Parroco Cardinali lire cinquanta, e molti ancora di cui qui sfugge il nome.
Dell’accompagno funebre la “Tribuna”, che riportava anche il ritratto dell’Estinto, fece la seguente relazione:
”L’accompagno funebre all’ultima dimora ha avuto luogo alle ore 17 precise ed è riuscito grandioso attestato di affetto e di stima per l’Estinto. La chiusura dei negozi, degli uffici, delle officine e di tutte le fabbriche di ceramica ha dato modo ai cittadini, d’ogni sesso e d’ogni casta sociale di affollarsi attorno alla salma benedetta che scompariva onusta di virtù e di bene prodigato al paese e a tutti i concittadini.
Innanzi al capolavoro cosmatesco s’è costituito il lungo corteo che ha sfilato tra due fitte ali di popolo che piangeva la perdita del grande Scomparso, lungo le vie principali della città. Precedevano il corteo i nostri Balilla, cui facevano seguito le Piccole Italiane, le scuole elementari, quella dell’Istituto “Rosa Maltoni” e della professionale, i veliti del Littorio, il battaglione sanitario “Principe di Piemonte”, le madri e vedove di guerra, e tutto un popolo commosso dal dolore. Seguivano il prezioso sarcofago portato a spalla dai giovani del Circolo di Ricreazione, del quale il compianto Midossi era da tempo presidente onorario, i parenti, le autorità e una larga schiera di amici e ammiratori. Notiamo qui il Comm. Zuccari, il Cav. Augusto Crispigni podestà di Castel S. Elia col segretario Bollanti, Comm. Palombi, Comm. Gualdi, Comm. Floridi di Nepi, l’Amministrazione della Roma-Nord era rappresentata dai signori dott. Ventura, ing. Orcei, Cav. Laurenti, prof. Bende, capostazione Guido Lucarelli, elettrotecnico Paci e da tutto il personale libero dal servizio.
Il podestà Picchi di Magliano Sabino era rappresentato da chi scrive questa nota di cronaca (Maestro Giovanni Taddei).
Al Cimitero, dopo la benedizione impartita alla salma dal Vicario Parroco D. Antonio Cardinali, hanno parlato nobilmente delle elette doti di mente e di cuore del compianto grand’ufficiale Midossi, l’Arciprete della Cattedrale Mons. Felice Conti, il podestà ing. Ulderico Finesi, il giudice Letterio-Livio Palermo, l’avv. Buzi, quale presidente dl Consiglio Notarile provinciale. Per la famiglia il Can.co D. Bernardino Belloni ha avuto nobilissime espressioni di sentita gratitudine per l’omaggio affettuoso reso al caro Estinto”.
Giunto il mesto corteo al Cimitero, prese per primo la parola l’Arciprete Mons. Felice Conti. Egli disse:
“Concittadini!...
Una lagrima ed una prece sulla salma del compianto Ulderico Midossi. Una lagrima che dica l’immenso cordoglio del nostro cuore per la immatura e improvvisa scomparsa di tant’uomo.
Spirito nobilissimo, cuore aperto a tutti i più alti e soavi sensi di pietà, di bontà, di giustizia, di amicizia, di carità. A nessuno fece mai male; a tutti soccorse col consiglio, col conforto, con l’opera: donò generosamente, beneficò con trasporto, per un’innata passione di beneficare.
Fu cogli amici di una fedeltà, di una affettuosità, di una delicatezza incomparabile. Gustò e fé gustare le pure gioie dell’amicizia.
Come alla gioia, così fu sensibilissimo al dolore. E soffrì. Alcune volte soffrì tanto, che la sua fibra ne parve scossa. Ma non odiò, non nutrì rancori, non ebbe propositi di vendetta; perdonò, amò: per un senso di innata nobiltà d’animo, per un senso di mitezza e di bontà cristiana.
Alla religione dei suoi avi, alla religione della sua mamma adorata, per la quale, chiuso nel segreto della sua stanza ogni notte pregava, e faceva pregare beneficando, si avvicinava ogni giorno più; si avvicinava coi pensieri, cogli affetti, con l’intera pratica della vita.
La morte lo ha colpito improvvisamente.
Noi preghiamo il Signore Iddio, che, nella sua immensa bontà, lo accolga nel seno suo misericordioso, e gli conceda la pace eterna, la luce eterna, il premio eterno dei giusti.
Requiem aeternam dona ei, Domine, et lux perpetua luceat ei…”.
E commosse parole pronunciò il Podestà ing. Ulderico Finesi:
”Quando ieri mattina a Viterbo io seppi la dolorosa notizia sentii uno strappo al cuore come se qualcosa di me stesso mi avesse tolto. Sentii che Civita Castellana, la sua e nostra Civita perdeva in Ulderico Midossi uno dei Cittadini migliori, colui che in ogni attimo della sua vita di cittadino e di amministratore non vide, non pensò, non sognò che il bene del suo e nostro paese.
E il paese tutto e tutto il popolo ha avuto profonda questa sensazione: bastava guardare ieri nei visi la gente, bastava osservare le donne del popolo che ieri sono andate a pregare presso il suo letto di morte, di fronte alla salma, composta nella serenità della dipartita; tutto il popolo ha pianto.
Ulderico Midossi,
tu seguisti la nostra Civita nel suo progredire, anzi tale suo progredire suscitasti e promovesti come amministratore integerrimo e capace. Tu promovesti le istituzioni migliori e noi tutti ricordiamo con commozione profonda la gelosa cura che avevi per l’educazione e per l’istruzione della gioventù.
E nulla dimenticavi che fosse per il bene del Paese. Onde il Paese te ne è grato e indelebile avrà il ricordo tuo affettuoso e caro per sempre.
Il tuo nome nella storia del tuo e nostro Paese è scritto a caratteri d’oro. E al ricordo di tutti sia caro il mio personale commosso e riverente.
Mentre tu dormi per sempre nella tua terra, nell’animo mio vivi e vivrai sempre come il consigliere migliore, come l’amico più caro, come il migliore fra gli uomini che la vita nelle sue vicende ti presenta.”.
Il giudice Letterio-Livio Palermo, disse poi:
”La figura del Gr. Uff. Ulderico Midossi è stata rievocata con sobrietà con nobiltà dal Podestà di Civita Castellana col manifesto alla cittadinanza, e con le parole testé pronunciate.
Nessuno più di lui ne aveva il diritto e il dovere: perché allo spirito del Gr. Uff. Midossi nessuna parola può giungere più cara di quella del rappresentante di Civita Castellana, della città che Egli amò di un profondo e commovente amore, filiale e paterno insieme. Filiale perché è amore di figlio quello che ogni buon cittadino sente per il lembo di terra ove sortì i natali; paterno perché alle iniziative e alle istituzioni tutte della sua città e, per molti anni, alla vita stessa di questa Egli dedicò le sue migliori energie. Ma non tocca a me, da poco venuto fra di voi, parlare del cittadino, del professionista, e del pubblico amministratore: le sue benemerenze sono notorie.
Se ho preso la parola per porgere alla salma il mio accorato saluto, si è perché Egli fece anche parte dell’ordine giudiziario, coprendo per molti anni la carica di vice-pretore onorario di questo mandamento; si è anche perché questo accorato saluto scende spontaneo dall’animo mio, che a lui ero legato da una consuetudine materiata di profonda stima. Gentiluomo di razza, buono, affabile, signore, sempre e con tutti: Egli più che accogliere andava incontro al nuovo venuto con una avvincente cortesia, con una larga ma sempre delicata ospitalità; anche questo per amore della sua Civita Castellana, per farvi quasi gli onori di casa. Ed era lieto ed era fiero ad un tempo di illustrarmi i monumenti, le vestigia, la storia: e non soltanto del passato era fiero, ma anche dei giovani e dei giovanissimi Egli parlava con intimo compiacimento sol che gli dessero la speranza di potere onorare un giorno la sua città.
E’ caduto, all’improvviso, nella pienezza delle sue forze spirituali, quando il suo animo giovanilmente vibrava con la rinnovata primavera della Patria; è caduto, come è nell’umana natura di cadere, e a coronamento della sua operosa giornata non ha chiesto fiori, e forse non chiede neppure lacrime, ma soltanto una devota preghiera e un affettuoso ricordo: perché questo è il retaggio dei cittadini preclari, quale Egli fu, che la loro memoria, venerata dai posteri è per se stessa parola di fede e incitamento al bene”.
L’Avvocato Luigi Buzi, Podestà di Capranica, parlò in nome dei Notai del Distretto:
“A nome di tutti i colleghi del Distretto di Viterbo, fino a qualche mese indietro, come loro beneamato Presidente, io porgo alla salma di Ulderico Midossi il sincero tributo di lacrime e di dolore.
E non dirò per lui parole di particolare elogio perché sarebbero superflue di fronte allo spettacolo di tutto un popolo che, senza distinzione di casta e di persone, segue con animo addolorato questa bara sacra che raccoglie in questo momento la spoglia mortale di chi ben a ragione deve considerarsi quale il più illustre ed il più benemerito cittadino di Civita Castellana.
Ulderico Midossi fu professionista intelligente che all’acume dell’ingegno ed alla sua alta cultura, unì una rettitudine esemplare ed una maniera affabile e nobile ad un tempo; fu uomo pubblico intemerato, e come tale dette a questa sua città natale tutta la grandiosa sua attività e tutto l’entusiasmo della generosa anima sua.
Civita Castellana non poteva dimenticare l’opera di Ulderico Midossi perché questa per la sua importanza è al di sopra di tutti i tempi e di tutti i partiti.
Dinanzi a lui pertanto noi c’inchiniamo riverenti e commossi, augurandoci di potere imitare le sue elette virtù”.
E nobili parole di ringraziamento disse D. Bernardino Belloni in nome della famiglia:
“Cittadini,
in nome della famiglia Midossi ringrazio con tutto il cuore le Autorità, gli Oratori, le Associazioni e voi tutti, o Signori, che con intelletto di amore profondamente commossi, senza distinzione di casta, avete voluto rendere al suo diletto Ulderico le più alti e solenni onoranze. Il Grand’Ufficiale Avvocato e Notaio Midossi era ben degno del nostro affetto e del nostro generale rimpianto poiché egli è stato veramente il benefattore della nostra Civita Castellana, l’uomo insigne che col consiglio e coll’opera ha contribuito al benessere morale e civile delle famiglie e del popolo.
Senza dubbio la sua perdita lascia un vuoto in mezzo a noi, un vuoto che facilmente non si può colmare. Il caro Estinto era l’ideale del vero e sincero amico, il padre dei poveri, il migliore ed il più illustre nostro concittadino. Sia pace all’anima sua! Il buon Dio doni a lui pace eterna, eterno riposo e la sua luce risplenda sopra di lui”.
Le pubblicazioni apparse sulla stampa quotidiana furono innumerevoli. Una breve raccolta di quanto in quei giorni di lutto fu scritto dell’Estinto forma la migliore descrizione ed esaltazione delle virtù e del valore di lui.
Il Messaggero del 1° Aprile scriveva:
“La morte dell’Avv. Ulderico Midossi.
Colto da un fiero malore è morto ieri, improvvisamente, a Civita Castellana, sua città natale, l’Avv. Ulderico Midossi, che era molto noto per avere consacrato tutta la sua esistenza al bene dei suoi concittadini e ad opere pubbliche.
Di ingegno acuto, di sentimenti squisiti e pieno di una singolare attività, l’avvocato Midossi era stato più volte sindaco di Civita Castellana. Ora rivestiva degnamente la carica di presidente del distretto notarile di Viterbo.
La sua morte lascia un profondo dolore e rimpianto in quanti lo hanno conosciuto e ne hanno ammirato la non comune virtù di mente e di cuore”.
Il Giornale d’Italia in data 3 Aprile pubblicava:
“Grave lutto a Civita Castellana.
Una profonda, dolorosa impressione ha destato ieri mattina in tutta la cittadinanza la notizia della fine improvvisa del Gr. Uff. Avv. Ulderico Midossi, regio notaio, appartenente ad antica e cospicua famiglia di questa città.
Rimessosi della grave malattia da cui fu colpito l’anno scorso, l’avvocato Midossi, attaccato nuovamente dal male all’inizio dell’anno corrente, ora fisicamente sembrava alquanto deperito, ma nulla faceva prevedere così prossima, a circa 67 anni, la sua scomparsa, sebbene si potrebbe quasi dire che egli ne avesse il presentimento.
Iersera, prima che la paralisi troncasse la sua vita tanto utile ed operosa, aveva partecipato ad una rappresentazione cinematografica e conversato con degli amici senza dare alcun segno di malessere.
Civita ha perduto uno dei migliori suoi figli, un funzionario di rettitudine impareggiabile, un cittadino benemerito, amantissimo della città nativa che a lui deve gran parte del suo rinnovamento civile. Per molti anni consecutivi fu sindaco e le sue prime cure rivolse al miglioramento igienico della città sia con lo sventramento degli Orti Funari, la costruzione di latrine pubbliche, di giardinetti, sia col veder migliorata la nettezza delle vie ecc… Devesi alla sua amministrazione il nuovo e grandioso edificio scolastico che accoglie anche l’Asilo d’infanzia e che egli volle dotato di un magnifico salone per cerimonie, conferenze e proiezioni cinematografiche. L’istituzione della R. Scuola d’arte ceramica, qui dove l’industria della ceramica è sviluppatissima, devesi pure alla sua iniziativa, alle sua aderenze, alla sua tenacia, nonostante l’indifferenza di molti. Della scuola, quale primo presidente della Giunta amministrativa, curò sempre con passione l’incremento ed il progresso. Insieme all’ing. Ettore Angelelli, contribuì efficacemente all’attuazione della Tramvia elettrica Roma-Civita Castellana, proseguita poi fino a Viterbo ed oggi denominata Tramvia e Ferrovia Roma-Nord, di cui è sempre viva l’attesa per la sua totale trasformazione di ferrovia elettrica in sede propria ed a scartamento normale. Attualmente ricopriva la carica di presidente del Consiglio Notarile di Viterbo, ma nel passato ebbe anche cariche onorifiche di vice-pretore, di ispettore onorario di antichità e belle arti ed altre di minor conto.
Fu molto amico dell’on. Paolo Boselli, e questa amicizia durava tuttora cordialissima. L’illustre vegliardo apprenderà certamente con vivo rincrescimento l’irreparabile perdita dell’amico che lo ricordava spesso con venerazione veramente sentita.
Nelle opere di beneficenza non fu secondo a nessuno; i giovani promettenti incoraggiava e, occorrendo, beneficava: così qualsiasi iniziativa che egli reputasse meritevole d’incoraggiamento ebbe sempre il suo largo contributo e tuttora deve essere in gara la Coppa Midossi per corse ciclistiche, da disputarsi fra le varie società sportive di Roma e del Lazio.
Domani avranno luogo solenni esequie alla sua memoria e nel pomeriggio il trasporto della salma nella tomba di famiglia al camposanto. Ai famigliari sentite condoglianze”.
Lo stesso Giornale d’italia pubblicava in data 4 Aprile:
”I funerali di U. Midossi a Civita Castellana.
Ieri mattina nel nostro Duomo parato a lutto sono state celebrate solenni esequie in suffragio del Gr. Uff. Ulderico Midossi, da fiero morbo rapito improvvisamente all’affetto dei suoi concittadini che in lui rimpiangono il cittadino esemplare per bontà e nobiltà di animo, per onestà e integrità di carattere, per il bene di cui fu prodigo alla sua città nativa sia come amministratore della cosa pubblica, sia come iniziatore e fautore di opere di indiscutibile utilità. Alla mesta cerimonia religiosa hanno partecipato: la rappresentanza municipale con il vice podestà Avv. Cav. De Santis, il giudice avv. Palermo, il Notaio Sconocchia di Orte, rappresentante il Consiglio notarile del Distretto di Viterbo, ed inoltre amici, professionisti, funzionari statali, notabili, insegnanti, scolaresche, Suore della Carità addette al servizio dei nostri ospedali ed una notevole folla di popolo.
Né fiori né corone furono deposti sul feretro, in ossequio alla volontà del compianto cittadino che, per onorare i defunti, sempre preferì ai fiori la beneficenza.
Il Canonico D. Agostino Tremoni diede l’assoluzione alla Salma.
Un manifesto è stato affisso dall’Amministrazione comunale.
Nel pomeriggio la Salma, portata a spalla da alcuni soci del Circolo di Ricreazione, di cui l’Estinto era presidente onorario, è stata trasportata al camposanto. Non è esagerazione dire che mai si vide qui una dimostrazione di popolo più spontanea, imponente e commovente. Tutti vi hanno partecipato: autorità, rappresentanza comunale, associazioni con i rispettivi gagliardetti, Balilla, Piccole Italiane, scolaresche, madri e vedove dei Caduti, Suore, Orfanotrofio Stefani, concerto cittadino, cittadini di ogni ceto, molti venuti anche dai paesi vicini.
Il lungo corteo ha sfilato tra due fitte ali di popolo, silenzioso e commosso.
Al camposanto dinanzi al feretro, hanno pronunziato nobili discorsi tributando encomi sentiti e sinceri alle preclari virtù del benemerito cittadino scomparso, Mons. Felice Conti, il podestà ing. Finesi, il giudice avv. Palermo, il notaio dott. Buzi, podestà di Capranica, a nome del Consiglio notarile del Distretto di Viterbo, ed infine il Canonico D. Bernardino Belloni per ringraziare a nome del fratello e dei famigliari angosciatissimi”.
La Tribuna, in data 4 Aprile scriveva:
“Per la morte di Ulderico Midossi.
Colpito da improvviso malore, la sera del 30 Marzo u. s. cessava di vivere a 67 anni il N. U. Ulderico Midossi, grande ufficiale della Corona d’Italia e fino a pochi giorni or sono presidente del Consiglio Notarile di Viterbo.
La triste notizia, sparsa come un baleno per la città, ha suscitato in tutti il più profondo dolore, giacché senza distinzione di casta e di partito tutti nutrivano per lui un vero culto di devozione e di affetto.
Civita Castellana lo ebbe tra i suoi figli maggiormente prediletti, per la sua mente elevata e pel suo nobile cuore sensibilissimo ad ogni bisogno altrui e della città nostra. Per lunga serie di anni ricoprì le più importanti cariche cittadine, lasciando tracce profonde della sua mirabile capacità, del suo zelo, del suo disinteresse e della sua scrupolosa rettitudine.
Il periodo del suo Sindacato, durante ben dodici anni, rimane segnato a caratteri d’oro nella storia civitonica per il profondo impulso dato allo sviluppo civile ed edilizio della nostra città. Attraversando difficoltà di ogni genere, egli condusse a termine il progetto del grande edificio scolastico “Tommaso Tittoni” pregevole opera architettonica che attesta la sua fede nell’avvenire educativo di Civita Castellana.
Profuse pure i tesori della sua mente e del suo cuore nobilissimo in questa scuola governativa, professionale dell’arte ceramica rimanendovi presidente solerte per lunghi anni, dopo di aver provveduto con fede d’apostolo alla sua istituzione. Sotto la sua presidenza il nostro Patronato Scolastico assurse al suo massimo sviluppo, e incalcolabili furono i benefizi che ne derivarono per la sua attività e per il suo animo ispirato alla più sana filantropia a tutti i figli del popolo lavoratore.
Della ferrovia elettrica Roma-Nord fu tra i più caldi propugnatori e per lunghi anni fece parte del Consiglio d’Amministrazione.
Non v’era iniziativa di carattere educativo e sportivo che non trovasse in lui il più caldo e sincero fautore, iniziative che incoraggiava con la sua autorità, col suo consiglio e, spesso, col suo aiuto pecuniario. La “Coppa Midossi” forma tuttora la gara ambita fra le associazioni ciclistiche della Capitale e del Lazio.
Nel campo politico Ulderico Midossi ebbe larghe aderenze per il suo schietto patriottismo, per la devozione alla monarchia della Casa Sabauda. Boselli, Tittoni, Calisse, Sili, Nestore Carosi e i compianti senatori Cencelli, Galluppi ed altri molti lo onorarono della loro speciale amicizia. Quantunque non tesserato, dava alla causa fascista il migliore impulso del suo animo nobilissimo ed era fra i più devoti al Duce, che altamente apprezzava. Le gerarchie fasciste non gli nascondevano la loro estimazione, e pochi anni or sono il Governo Nazionale lo onorava del titolo di Gr. Uff. della Corona d’Italia.
Come testé accennammo, per noi la morte di Ulderico Midossi è un vero lutto e Civita Castellana giustamente veste oggi le sue fitte gramaglie e piange sì cara perdita.
Appena conosciuta la triste notizia, al fratello di lui dottor Pietro, che il dolore ha turbato profondamente, sono cominciati a giungere da ogni parte lettere e telegrammi a fasci, ispirati al più sincero cordoglio. Notiamo quelli del senatore Tittoni, sen. Cesare Sili, on. Valentino Cencelli, vescovo comm. Goffredo Zaccherini, podestà di Gallese dott. Felice Lazzari, cav. dott. Vittorio Rainaldi, cav. Cova, cav. uff. Pilade Tosoni, avv. Buzi, presidente del Consiglio notarile, cav. Tito Brighi, comm. ing. Flaminio Flamini, comm. Alfredo Angelelli, comm. Attilio Angelelli, comm. Palombi, comm. Mancio, comm. Cimino, dott. Fernando Vicentini, ing. Raniero Mengarelli, cav. avv. Alberto Benaglia, rag. Cosmo Cosacchia, avv. Panatta, avv. Caravello, conte Carosi Martinozzi del Consiglio prov. Economia, cav. notaio Fantini, podestà Picchi di Magliano Sabino, Bernardino Sili, dott. Carlo Piancastelli, Banco S. Spirito, Banco di Roma, ed altri moltissimi.
Affettuoso e nobilissimo il telegramma di S. E. Boselli: “Con profondo compianto e commozione di cari ricordi partecipo al cordoglio perdita cittadino egregio, amico cortese”.
Il prof. cav. Attilio Bonanni dell’Università di Roma, con un telegramma così sintetizza la vita dell’estinto: “Penso l’angoscia e non la turberà con vane parole chi come me legato ad Ulderico da costante amicizia seppe ed amò in lui la elevata nobiltà della mente, la squisitezza dell’animo, la coscienziosa indefessa operosità civile, la dedizione ad ogni ideale di umana giustizia, solo può valutare quanto la morte abbia tolto”.
Alle ore 11 di stamane, nella chiesa cattedrale, presente cadavere, sono stati celebrati con grande pompa i funerali religiosi. Con tutte le autorità civili e militari era presente una folla di popolo e i rappresentanti di tutte le istituzioni cittadine. Notammo il vicepodestà cav. De Santis, il Pretore Livio Letterio Palermo, comm. Tullio Gualdi, avv. Ermanno Sconocchia, in rappresentanza del Presidente del Consiglio Notarile di Viterbo, gr. uff. Ettore Angelelli, cav. Amico Laurenti, maresciallo Fiaschetti, maresciallo della R. Finanza Santacroce, avv. Marco Morelli, Casimiro Marcantoni, cav. uff. Tarquini, conte Cesare Ferodi De Rosa,. Quest’ultimo in ossequio alla volontà dell’estinto, invece di fiori, ha elargito la somma di lire duecento per la pubblica beneficenza; quale somma hanno versato i signori dott. Piancastelli, dott. Mochi, e Mons. Jasone. L’accompagno funebre all’ultima dimora ha avuto luogo alle ore 17 precise ed è riuscito grandioso attestato di affetto e di stima per l’estinto”.
Il Messaggero in data 4 Aprile pubblicava:
”Solenni Funerali a Civita Castellana.
Alla salma del compianto gr. uff. Ulderico Midossi, Civita Castellana ha reso i meritati onori accorrendo in massa riverente e commossa, nella chiesa cattedrale e all’accompagno al Cimitero nel pomeriggio; mai avevamo visto un così lungo e numeroso corteo.
Alla testa i numerosi Balilla e Piccole Italiane coi loro gagliardetti, poi il concerto cittadino, quindi il feretro chiuso in artistico sarcofago portato a spalla, poi le autorità e una folla di cittadini a capo scoperto di tutte le condizioni ed età.
Non ha voluto fiori, ma opere di beneficenza per le quali già sono cominciate le offerte delle quali daremo in seguito la nota.
Sono intervenute le rappresentanze di vari paesi limitrofi: Fabrica di Roma, Castel S. Elia, Faleria, Sant’Oreste, Orte, ecc. Distinte personalità: da Roma il prof. Rende, Carlo Piancastelli, uno studioso, intimo del nostro compianto, il comm. Palombi, Angelelli, l’ing. Orcei e il dott. Ventura della Roma-Nord; da Viterbo, il comm. notaio Buzi e il notaio Anselmi ed altri di cui non abbiamo potuto avere il nome; seguivano il corteo parecchie automobili; il corteo funebre è passato per le vie del paese tra file di donne commosse riverenti. Tutti i negozi chiusi.
L’ufficio del notaio per la custodia degli atti è stato preso in consegna dal nostro giudice avv. Palermo, amico dell’estinto, che ha dato un commosso saluto alla salma prima di essere deposta nella tomba di famiglia: hanno pure parlato al Cimitero l’arciprete Mons. Conti don Felice, altro grande amico del Midossi, il Podestà Finesi, l’avv. Buzi Podestà di Capranica. Il Canonico D. Bernardino Belloni ha ringraziato per la famiglia e i parenti. Al fratello dottor Pietro, ai parenti, ai famigliari, affranti dal dolore, le nostre più vive e sentite condoglianze”.
Il Messaggero in data 11 Aprile pubblicava:
”Civita Castellana per un benemerito cittadino.
Sotto la dolorosa impressione della morte improvvisa del gr. uff. Ulderico Midossi, noi scrivemmo che era un lutto cittadino, poiché egli è un benemerito della nostra Civita Castellana.
Tale nostro giudizio dedotto da quanto egli fece in vita pel proprio paese viene oggi esaurientemente confermato dal suo testamento pubblicato ieri l’altro.
Questo documento testamentario è un atto di cittadino probo e benemerito. Le prime pagine sono commoventi perché scritte con ardore patriottico e con fede sincera per il Regime fascista e per ammirazione alla straordinaria personalità del Duce.
Le sue disposizioni testamentarie sono ammirevoli: lascia una gran parte del suo patrimonio in opere di beneficenza: lire venticinquemila all’asilo infantile; ventimila alla R. Scuola Ceramica da lui fondata, ventimila lire all’Ospedale Andosilla, cinquemila lire al Patronato scolastico, diecimila lire alla P. Assistenza, centocinquanta lire ai combattenti premiati con medaglia d’argento, e cento lire a quelli con medaglia di bronzo, lire cinquecento al valoroso sergente Agostino Cardinali, lire cinquecento all’Associazione Madri e Vedove di guerra; lire cinquecento all’Associazione Combattenti, lire diecimila al Concerto cittadino perché si faccia le divise e sia bene organizzato ritenendolo mezzo di cultura e di educazione popolare, lire cinquemila ai Balilla, lire cinquecento al migliore coltivatore dei campi a giudizio della Cattedra Ambulante, lire diecimila alle famiglie numerose, lire cento annue ai Veliti del Littorio e alla Società dei Cacciatori; vuole essere socio perpetuo del Circolo di Ricreazione di cui era presidente onorario, riconoscente delle belle sere passatevi; lire cento alla “Dante Alighieri”; tutti i suoi quadri, di molto pregio, e la biblioteca, li ha donati al Municipio; usufruttuario ha lasciato il fratello dott. Pietro, che lo raccomanda alla fida e affezionata Antonia Dani che l’assiste sempre con tante cure e premure e che ha pure essa beneficata insieme alla figlia e al nipote Vittorio Cancilla; nomina erede universale la Congregazione di Carità; alla Dani lascia pure la casa, come si trova, con facoltà di lasciarla al nipote il cui figlio deve aggiungere il cognome di Midossi. Esecutore testamentario è il suo fido amico don Felice Conti che saprà bene interpretare la volontà del compianto amico. Sappiamo che il testamento verrà pubblicato in opuscolo col ritratto; ottima idea!...”.
Il Popolo di Roma in data 31 Agosto scriveva:
”Un benefattore esemplare.
In questi giorni è stata presentata al competente ufficio la denuncia di accettazione dell’eredità lasciata a favore della pubblica beneficenza dal compianto gr. uff. Ulderico Midossi. Trattasi di somma cospicua, oltre mezzo milione che viene devoluta ai poveri della nostra cittadina, e che rinsangua le esauste finanze della locale Congregazione di carità. Il comm. Midossi era effettivamente un innamorato della sua terra.
All’Asilo infantile lasciò L. 25.000 a condizione che nell’anniversario della sua morte i bambini depongano un fiore sulla sua tomba. Alla scuola professionale per la ceramica, che egli fondò e che curò sempre come una delle cose a lui più care, lasciò lire 20.000, per istituire una borsa di studio, e lasciò tutti i pregevoli oggetti di ceramica e porcellana antichi. All’Orfanotrofio Stefani donò L. 20.000 per contribuire alla formazione di una sezione maschile; all’Ospedale Andosilla L. 20.000 per curare gli inabili al lavoro o i tubercolotici; al Patronato scolastico L. 5.000 per premio agli alunni; alla pubblica Assistenza L. 10.000 per acquisto di materiale di soccorso e per contribuire all’acquisto di una lettiga automobile.
Né dimenticò il Comune, al quale volle fossero consegnati tutti i quadri che si trovano nella sua casa, compresa una grande tela del Vernet, perché vengano diligentemente conservati come primo nucleo di quel museo che egli sempre vagheggiò.
E testimoniò in modo tangibile la sua gratitudine e la sua ammirazione anche per i decorati al valor militare dell’ultima guerra.
E volle che fosse premiato il contadino di Civita Castellana che avesse meglio coltivato la sua terra ed avesse avuto un maggior raccolto di grano. E dispose a favore delle famiglie con un maggiore numero di figli”.
Il Dott. S. Mercuri pubblicò sulla “Tuscia agricola” bollettino della Cattedra ambulante di agricoltura di Viterbo:
“Nel mese di Marzo dello scorso anno decedeva nella sua Civita Castellana, tra il compianto vivo e sincero dell’intera cittadinanza, il N. U. Grand’Uff. Avv. Ulderico Midossi.
Dire della nobiltà, della fattività e della integrità del Midossi non è, né può essere compito nostro. Del resto già vari amici ed estimatori hanno ricordato, con chiari scritti, la luminosa sua giornata, e le fattive e durature sue opere.
In queste colonne noi vogliamo semplicemente segnalare un gesto di questo illustre scomparso; un gesto che affida il nome del Midossi alla riconoscenza perpetua dei contadini di Civita Castellana. La maggior parte del suo patrimonio, frutto del suo nobile lavoro, il Midossi lo ha lasciato a scopi di beneficenza. E nel suo testamento, che è tutto pervaso di bontà e di patriottismo, tra l’altro, si legge quanto segue: “Voglio istituire un premio annuo di lire cinquecento e saranno vincolate perciò altrettante cartelle di rendita, da conferirsi a quel contadino di Civita Castellana o che a Civita Castellana risieda da oltre dieci anni, il quale avrà meglio coltivata la sua terra e più l’avrà fatta fruttare specialmente in grano.
Il premio dovrà essere consegnato con solennità nella residenza Comunale, e dovrà essere specialmente un’esaltazione della benemerita classe di contadini, che è quella che più d’ogni altra ha fatto la guerra.
Il Direttore della Cattedra Ambulante stabilirà, d’accordo con una commissione, le norme del concorso ed organizzerà la cerimonia”.
Questo magnifico gesto, queste parole non hanno bisogno di speciali commenti.
Nell’occasione ci piace solo completare il pensiero del Midossi, e cioè che la classe dei contadini è benemerita, oltre che per aver fatto più d’ogni altra la guerra, anche per aver risposto con vero entusiasmo al comandamento del Duce che vuol dare a tutti gli Italiani pane italiano.
Il Midossi redasse il suo testamento nel 1925, cioè agli albori della “Battaglia del grano”, agli albori di questa battaglia che invece attualmente è nel suo pieno e più completo sviluppo, e la cui auspicata vittoria non è più, come a molti sembrò, un sogno, ma una realtà non più lontana. E il merito di avere assecondato il Capo del Governo in questa magnifica e nobilissima impresa, oltre che ai tecnici ed agli imprenditori, spetta, ripetiamo, alla classe dei contadini. Per accelerare il ritmo del progresso agrario occorre elevare sempre più, sia tecnicamente che moralmente, questa benemerita classe. Istituire premi, così come ha fatto il compianto Midossi, per stimolare ed incoraggiare i contadini a lavorare la terra sempre meglio, vuol dire pertanto cooperare efficacemente per assicurare alla nostra Patria maggiori e più sicure fortune”.
Numerosissimi telegrammi pervennero da ogni parte alla famiglia. Ne riportiamo i più importanti:
Roma, 31 marzo.
Con profondo compianto e commozione di ricordi cari partecipo al cordoglio perdita cittadino egregio, amico cortese.
Senatore PAOLO BOSELLI.
Roma, 31 marzo.
Tutto il mio affettuoso compianto povero Ulderico.
Senatore CESARE SILI.
Roma, 31 marzo.
Penso l’angoscia e non la turberà con vane parole chi come me legato ad Ulderico da costante amicizia seppe ed amò in lui la elevata nobiltà della mente, la squisitezza dell’animo, la coscienziosa indefessa operosità civile, la dedizione ad ogni ideale di umana giustizia solo può valutare quanto la morte abbia tolto alla famiglia, agli amici, al Paese. L’espressione di un dolore schietto e profondo sia tenue conforto nell’ora triste.
ATTILIO BONANNI, Professore alla R. Università.
Madrid, 1 aprile.
Straziati dolore siamoti vicini con cuore piangendo irreparabile sciagura nostro vero, indimenticabile amico.
ERMINIO MARIANI.
Roma, 31 marzo.
Apprendo animo commosso dolorosa perdita invio al devoto amico mia famiglia espressione vivo cordoglio.
VALENTINO CENCELLI, Deputato al Parlamento.
Iesi, 31 marzo.
Addoloratissimo improvvisa scomparsa ottimo amico, mando condoglianze, suffragio caro estinto.
VESCOVO ZACCHERINI.
Roma, 31 marzo.
Piango perdita amico prego indicarmi ora funerali.
Dott. CARLO PIANCASTELLI.
Roma, 1° aprile.
Personalmente e a nome Consiglio provinciale Economia porgoti vivissime condoglianze, espressioni sincera simpatia.
Vice Presidente: CAROSI MARTINOZZI.
Roma, 31 marzo.
Notizia improvvisa irreparabile sventura piombami costernazione nello immenso implacabile dolore uniamo nostre alle tue lacrime.
Dott. RAINALDI e Consorte.
Ascoli Piceno, 1° aprile.
Uniscomi vostro dolore grave immatura perdita.
Professore DOTTORINI.
Roma, 1° aprile.
Vivamente colpiti improvvisa perdita povero commendatore uniamo nostro vivissimo sincero rimpianto prendendo viva parte suo dolore.
Famiglia Giudice BENAGLIA.
Capranica, 31 marzo.
Partecipo condoglianze mie personali ed intera classe notarile dolorosa perdita distintissimo Collega.
Presidente Consiglio Notarile: BUZI.
Roma, 31 marzo.
Profondamente addolorato scomparsa mio amico buono ti porgo commosso affettuose condoglianze.
Comm. PALOMBI.
Narni, 1° aprile.
Apprendo dolorosa improvvisa perdita compreso tuo grande dolore che è dolore di amici tutti ti sono vicino con affettuoso ricordo.
LORENZO GORI.
Viterbo, 1° aprile.
Impossibile venire accompagno spirito salma caro estinto deponendo mio fiore deferente omaggio.
Avv. CARAVELLO.
Roma, 31 marzo.
Piango con loro dipartita ottimo Commendatore, porgo condoglianze prometto suffragi.
PADRE ALESSANDRO dei Frati Bigi.
Magliano Sabino, 1° aprile.
Sono con te nel dolore per l’immatura perdita carissimo fratello impareggiabile amico che ha colpito cotesta cittadina inviando vive condoglianze, pregoti farmi rappresentare funerali.
Podestà PICCHI.
Ronciglione, 1° aprile.
Inattesa fine illustre avvocato Ulderico tuo fratello è perdita grave per cittadinanza e per quanti conobbero sue alte doti animo, ingegno. Associomi tuo lutto.
RANIERO MENGARELLI.
Milano, 31 marzo.
Costernati partecipiamo immenso dolore improvvisa perdita Ulderico.
Fratelli D’ANGELO.
Milano, 1° aprile.
Vivamente commossi improvvisa perdita inviamo sentite affettuose condoglianze.
GIUSEPPINA FLAMINIO FLAMINI.
Frosinone, 1° aprile.
Associandoci tuo immenso dolore esprimiamo tutto il nostro vivo cordoglio.
TITO LINA BRIGHI.
Viterbo, 1° aprile.
Condivido tuo dolore, accogli fraterne condoglianze.
Avv. PANATTA.
Roma, 1° aprile.
Addolorati perdita suo illustre fratello preghiamo accogliere nostre vivissime condoglianze.
Famiglia CASACCHIA.
Roma, 1° aprile.
Sentitissime affettuose condoglianze.
ZOE VITERBINI.
Roma, 31 marzo.
Disposto nostro rappresentante funerali comm. Midossi Civita Castellana. Dateci assicurazione.
ISPETTORATO SPIRBANCO.
Roma, 31 marzo.
Profondamente addolorati irreparabile perdita inviamo vivissime condoglianze.
CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE SPIRBANCO.
Roma, 31 marzo.
Uniamoci dolore repentina perdita presidente Comitato Sconto nostra Succursale Spirbanco.
DIREZIONE CENTRALE.
Roma, 1° aprile.
Sentite condoglianze.
NAVINA GIUS. MANCIO.
Terracina, 1° aprile.
Sincere e vivissime condoglianze.
FRANZINI.
Roma, 3 aprile.
Apprendo ora grave sciagura addoloratissimo invio vive condoglianze.
CARLO CALUCCI.
Milano, 3 aprile.
Costernato dolorosa notizia giuntami improvvisa invio memoria carissimo scomparso fiori vivissimi ricordo parole buone conforto.
EGIDIO Famiglia.
Roma, 2 aprile.
Profondamente afflitto partecipo grande cordoglio.
AMATO PETRILLI.
Roma, 1° aprile.
Prendo viva parte suo dolore profondo lutto cittadino.
GAGLIARDI.
Viterbo, 31 marzo.
Apprendo immenso dolore perdita amato Ulderico invioti sincere ed affettuose condoglianze.
PILADE TOSONI.
Roma, 1° aprile.
Costernati perdita povero amico Ulderico invio profonde affettuose condoglianze.
ATTILIO ANGELELLI.
Gallese, 1° aprile.
Le più sentite condoglianze.
Podestà e Notaio FELICE LAZZARINI.
Roma, 1° aprile.
Sento tutto vostro dolore per improvvisa scomparsa del caro amico.
Dottor MOCHI.
Roma, 1° aprile.
Condoglianze vivissime perdita carissimo amico abbraccioti.
ALFREDO ANGELELLI.
Porto Empedocle, 1° aprile.
Vive sincere condoglianze.
VOLPONI MICHELE.
Roma, 31 marzo.
Vive condoglianze grave perdita.
COVA.
Viterbo, 2 aprile.
Sorpresami perdita tuo buon fratello sinceramente condivido tuo dolore.
BIANCHINI.
Roma, 1° aprile.
Addolorati grave perdita invioti sincere commosse condoglianze.
FERNANDO VICENTINI.
Livorno, 1° aprile.
Invioti più sentite condoglianze immane perdita Ulderico.
AGOSTINO COLONNELLI.
Fabrica di Roma, 1° aprile.
Sentite condoglianze.
Famiglia CELESTE GENOVESI.
Roma, 1° aprile.
Costernato partecipo tuo dolore perdita caro amico.
FANTINI.
Roma, 1° aprile.
Addolorati triste notizia inviamo sentite condoglianze.
LONYO ANDREOLI.
Roma, 1° aprile.
Affettuosissime condoglianze.
BERNARDINO SILI.
Terni, 31 marzo.
Addoloratissimo porgoti nome tutti vivissime condoglianze.
PIETRO CASTELLI.
Roma, 1° aprile.
Esprimo vivo sincero profondo dolore improvvisa scomparsa caro amico nobilissimo Civitense.
Comm. CIMINO.
Nepi, 31 marzo.
Addoloratissimi triste notizia ci uniamo nel compianto.
Famiglia FLORIDI VITERBINI.
Livorno, 1° aprile.
Esprimoti mio sincero cordoglio morte Comm. Ulderico che apprendo solamente oggi.
MACRI.
Roma, 2 aprile.
Vivamente addolorato repentina scomparsa indimenticabile Ulderico invio mie condoglianze.
PARDINI.
Roma, 1° aprile.
Con tutto il cuore partecipo infinito dolore.
ARMANDO CIAMPICACIGLI.
Fabrica di Roma, 31 marzo.
Accetti mio cordoglio perdita Comm. Ulderico.
AMALIA CLEMENTI.
Roma, 1° aprile.
Profondamente addolorati inviamo sincere condoglianze.
Famiglia POLVEROSI.
Il Senatore Carlo Calisse scrive:
”Ho ricevuto la fatale notizia… Per me è stata una dolorosa perdita, tanto più che a me la notizia è giunta del tutto inaspettata”.
Il soprintendente alle Gallerie e alle Opere d’arte medievali e moderne della provincia di Roma scrive il 1° aprile:
”Questa Regia Sopraintendenza ha appreso con vivo rammarico la scomparsa del suo caro fratello avv. Ulderico, nostro solerte Ispettore onorario e le invia le più vive condoglianze.
Con distinti ossequi
FRANCESCO SAPORI”.
Il Sopraintendente ai Monumenti del Lazio scrive in data 7 aprile:
”Quest’Ufficio avendo appreso dai giornali la disgrazia dell’Avv. Ulderico Midossi, Ispettore onorario dei Monumenti, invia le sue più sentite condoglianze.
Dev.mo: TERENZIO”.
Il Procuratore del Re Portanova scrive da Trani in data 5 aprile:
”Egregio Pietruccio, con profondo rammarico mi è pervenuta la dolorosa notizia dell’improvvisa scomparsa del caro e buono Ulderico, al quale, come sai, era unito da un’amicizia sincera. Ti prego di scrivermi e di dirmi come è accaduta la disgrazia. A te mando le più vive e sincere condoglianze. Ti abbraccio caramente.
Il testamento del Comm. Midossi fa risplendere in tutta la sua più viva luce l’animo ed il cuore nobilissimi del caro Estinto.
Se ne riportano i punti più salienti:
”Ho avuto sempre in animo di beneficare la mia Civita per quanto mi fosse possibile, e per la quale posso ben dire di avere sempre principalmente lavorato.
E pensiamo anzitutto per l’anima.
Per gli anniversari della morte di papà (23 Febbraio) di mammà (1° Dicembre) di mio fratello e mia, si dovrà ogni anno in perpetuo celebrare una messa con l’offerta di L. 15 al Sacerdote celebrante: dovranno ardere due ceri nella tomba; si dovranno dare L. 30 alle orfane e L. 20 alle Monache Clarisse (Carmine) e distribuire L. 50 ai poveri vecchi e vecchie che avranno assistito alla Messa e si saranno poi recati al Campo Santo a recitare preci nella tomba.
Ugualmente in perpetuo si dovrà celebrare una messa con uguale offerta ed uguale oblazione al 1° Novembre di ogni anno in suffragio dei miei cari defunti e secondo la mia intenzione.
La nostra tomba deve essere ben conservata ed ornata ed in essa dovrà sempre ardere una lampada elettrica non appena ne sarà possibile l’impianto.
Ai due Custodi del Camposanto, perché della nostra tomba abbiano cura, lascio a ciascuno in perpetuo una regalia di L. 5 mensili.
Per nessun motivo le nostre salme saranno rimosse mai dai loculi dove io le volli destinate.
L’erede che io nominerò appresso, dovrà attenersi allo scrupoloso adempimento di quanto sopra, ricordando che le volontà dei morti sono sacre e voglio che delle cartelle di consolidato 5% per la rendita di L. 1100 (conforme calcolo a parte) siano da lui vincolate con speciale annotazione in modo che non possano essere distrutte.
Nomino usufruttuari nei limiti e nei modi come in appresso, mio fratello Pietro, la nostra famigliare Dani Antonia ed il nipote di lei nostro comparetto Cancilla Vittorino. Mio fratello Pietro sarà usufruttuario generale.
Il compianto Testatore dopo avere dichiarato ciò che riguarda i suddetti Pietro, Antonia e Vittorino ed altri ancora, e dopo aver fatto la nota dei ricordi ch’egli lascia alle persone care, fa la distinta dei Legati ch’è la presente:
1° Asilo infantile (in consolidato)…….L. 25.000
2° Scuola profess. per la Ceramica 20.000
3° Orfanotrofio Stefani 20.000
4° Ospedale Andosilla 20.000
5° Patronato Scolastico 5.000
6° Per premio ai contadini 10.000
7° Per premio famiglie numerose 10.000
8° Balilla 5.000
9° Pubblica Assistenza 10.000
10° Decorati al valore (a calcolo) 1.500
11° Mutilati L. 500; Ass. Madri-Vedove L. 500; Associazioni Combattenti L. 500...1.500
12° Concerto 10.000
13° Veliti del Littorio – Società Giovani Cacciatori – Società Dante Alighieri 6.000
Il Testatore dice poi:
“Di quant’altro posseggo istituisco erede universale la Congregazione di Carità di Civita Castellana.
Essa dovrà scrupolosamente sempre rispettare tutte le disposizioni dettate sotto pena di decadenza a favore di altro Istituto locale di beneficenza e dovrà esercitare una sana, rigida, oculata amministrazione in modo da ritrarre il maggior profitto dalla mia modesta eredità e spargere il maggior bene possibile.
Voglio che le rendite siano destinate principalmente per contribuire all’assistenza della maternità e dell’infanzia ed all’istituzione della refezione scolastica e del dopo scuola.
I miei funerali siano modesti more pauperum, senza pompa, senza concerto, senza fiori: Se alcuno me ne ritenesse degno, desidererei che, per la buna usanza, onorasse la mia memoria con un’offerta per la beneficenza.
Ed in questo istante supremo in cui si pensa al di là, io mi domando: che uso ho fatto della vita? Mi esamino rigorosamente e mi pare che con animo tranquillo possa attendere la morte e presentarmi al giudizio divino.
Ho adorato la patria e per essa, per la sua grandezza, per la sua gloria sarà l’ultimo respiro.
Per la mia Civita ho fatto quanto ho potuto con passione di figlio devoto e con sacrificio di me stesso.
Ho cercato di essere utile a tutti: mai ad alcuno ho fatto male. Ma se in qualche cosa mancai, sia pure involontariamente, mi si conceda il perdono”.
Ricordare i meriti e le virtù di Ulderico Midossi, e muovere il cuore dei concittadini di lui ad imitarlo per il bene della nostra Civita Castellana, sono i motivi che hanno indotto la Famiglia a pubblicare questo ricordo.
Resti la memoria dell’Estinto indelebile a conforto degli amici, ad esempio di tutti.
Ulderico Midossi fu il figlio più fedele di Civita Castellana, più sollecito del suo bene, di lei più innamorato.
Don BERNARDINO BELLONI.
Opuscolo stampato a Roma in Via dei Banchi Vecchi, 12. Tipografia Poliglotta C. di M. Senza data
(Presumibilmente negli anni '40 del XX sec.).
Opuscolo stampato a Roma in Via dei Banchi Vecchi, 12. Tipografia Poliglotta C. di M. Senza data
(Presumibilmente negli anni '40 del XX sec.).
[Trascrizione di Sergio Carloni]
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